Cosa fare, però, nel momento in cui un figlio manifestasse già un’evidente insoddisfazione legata al proprio aspetto fisico?
Osservatelo e chiedetegli se si sente bene nel proprio corpo: la maggior parte dei ragazzi di fronte a una domanda del genere risponde di no, perché l’adolescenza è una fase di cambiamenti fisici e psichici notevoli, e bisogna capire il peso di questa insoddisfazione. Dovremmo fare attenzione ai segnali che ci indicano che qualcosa non sta andando per il verso giusto. L’ideale sarebbe comunicare con lui per comprendere le ragioni alla base della sua scontentezza.
Sono molti gli adolescenti con problemi di sovrappeso: la situazione viene vissuta da loro in modo diverso rispetto a un adulto. Non essendoci infatti sintomi evidenti, il ragazzo potrebbe non essere stimolato a dimagrire; inoltre, il fatto che sia in fase di sviluppo potrebbe indurre a sviare il problema. Il sovrappeso può portare ad alterazioni della crescita, ma anche a complicanze psicologiche quali la bassa autostima, i complessi d’inferiorità, l’eccessivo isolamento o il conformismo al gruppo per non sentirsi escluso, con il rischio di incorrere in comportamenti insani.
Quando l’aumento di peso di vostro figlio è evidente, il primo passo dovrebbe essere quello di non farglielo notare colpevolizzandolo o prendendolo in giro con leggerezza, ma di offrirgli il vostro supporto. Mai banalizzare la sua infelicità legata al cambiamento fisico; mai rimproverarlo o giudicarlo. Non associate l’aspetto esteriore al giudizio della persona. Il messaggio deve essere sempre positivo: «Mi prenderò cura di me perché me lo merito».
Se invece è vostro figlio a farvi capire che avverte dei problemi legati all’alimentazione, dovreste apprezzare il fatto che si sia rivolto a voi per confidarvi il suo disagio. Dovete ascoltarlo e suggerirgli di risolvere il problema andando insieme da un nutrizionista, evitando le diete fai da te, che sono dannose e non portano a nulla. Vi consiglio di scegliere uno specialista in disturbi alimentari legati all’adolescenza che sia in grado di individuare efficacemente l’origine del malessere.
Il genitore fa spesso resistenza e non riesce ad accogliere il figlio perché si sente in colpa nei suoi confronti, ma il ragazzo deve sentire di potersi fidare di lui.
I comportamenti alimentari di maggiore gravità sono tre: l’anoressia, la bulimia e il disturbo da alimentazione incontrollata. Si tratta di patologie gravi, che ci indicano la presenza di qualcosa che non va nel ragazzo, al cui sviluppo concorrono sempre vari fattori. Ecco perché è importante identificarle e intervenire con tempismo.
La cura consiste in un trattamento specialistico multidisciplinare, che deve coinvolgere professionisti di area psichiatrica, psicoterapica e medico-nutrizionale. Naturalmente, l’ideale sarebbe prevenire l’insorgere di questi problemi e, nel mio piccolo, proverò a consigliarvi il modo per aiutare i vostri figli, cercando di comunicare con loro, instaurando un dialogo ed evitando che si chiudano ancora di più in se stessi.
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